Maglietta del real madrid taglia l

È l’unica squadra di calcio cantabrica ad aver disputato la massima serie del campionato spagnolo. In seguito al caso Catania, il 20 agosto la FIGC promosse d’ufficio in Serie B la Fiorentina per meriti sportivi e per bacino d’utenza; nonostante questa promozione, la rosa viola per la stagione 2003-2004 non cambiò molto. Il management della Juventus non è certo sprovveduto e ha dato dimostrazione di programmare in maniera accorta i propri passi; se l’affare Ronaldo-Juve, come si dice, è solo un modo per spuntare condizioni migliori al PSG o al Real Madrid, l’operazione non si farà; noi però avremo colto l’occasione per un’altra riflessione sul pazzo mondo della finanza applicata al calcio. È quasi inutile specificare che di quella rosa solo Griezmann è stato tra i sollevatori della Coppa del Mondo a Mosca. Stando alla monografia su Griezmann di Luca Caioli e Cyril Collot (Les 7 vies de Grizi) pare che sia stato il padre di Antoine, Alain, a mandare al diavolo l’OL.

Griezmann non è stato sempre il calciatore decisivo e ammirato da tutti che conosciamo oggi. Alejandro Fernández Iglesias, meglio noto come Álex (Madrid, 15 ottobre 1992), è un calciatore spagnolo, centrocampista del Cadice. Dal 2003 al luglio di quest’anno, quando ha raggiunto il suo pupillo all’Atletico Madrid, Oilhats ha lavorato per la Real Sociedad in qualità di osservatore, in giro per il mondo, ma prevalentemente in Francia. E proprio nel maggio 2005, di ritorno da un giro di scouting in Argentina per il club «Txuri-Urdin», si ferma nel centro di allenamento del PSG per salutare amici e colleghi. Proprio Alain Griezmann, dirigente dell’UF Maconnois, modesto club semi-dilettantistico, sta tentando in ogni modo di far entrare il figlio in qualche squadra di prestigio, scarrozzandolo per mezza Francia, restando il più possibile nei dintorni. Infatti, sempre nella semifinale con la Croazia, il 2-1 nasce da un’altra sgroppata centrale, stavolta di Francis Coquelin, facilitata da un appoggino semplice semplice di Griezmann, con il solito piede sinistro, real madrid maglietta che fa da sponda al compagno. È, l’avrete già capito, Antoine Griezmann, che a 14 anni è all’ennesimo tentativo di dare una svolta calcistica alla sua carriera, tentando di ripercorrere le orme del nonno materno, che si era ritagliato un posticino al Paços de Ferreira, in Portogallo.

Gioca prevalentemente largo a sinistra, è incaricato già all’epoca dei calci piazzati, nella semifinale contro la Croazia va vicino alla rete con una specie di «maledetta» dai trenta metri. All’epoca il pilastro dei giovani francesi è Gael Kakuta, allora descritto come «il giocatore più talentuoso della sua generazione» attualmente al Rayo Vallecano dopo una decina di prestiti in giro per il mondo e non più nel giro della nazionale transalpina dopo aver scelto di difendere la bandiera del Congo. E noi lo guardiamo, e all’epoca probabilmente lo guardava con attenzione anche Arsène Wenger, che l’aveva portato giovanissimo all’Arsenal, sperando di farne un nuovo Fabregas. E poi in attacco ci sono, oltre a Lacazette, già destinato a grandi cose al Lione prima di passare all’Arsenal, Cédric Bakambu, che al Villarreal forse rimpiangono ancora (anche lui, come Kakuta, è nel giro della selezione del Congo), e Yannis Tafer, altra stellina dell’OL (poi ha scelto la nazionale algerina; attualmente gioca nello Young Boys in Svizzera).

Dopo il Lione, però, anche il Saint-Etienne gli chiude le porte: il test in programma nel marzo 2005 viene annullato per via di una nevicata. Riguardando gli highlights di quella partita in effetti è lui a luccicare: il 2-1 di Alexandre Lacazette è per lo più merito suo, dopo una sgroppata in mezzo ai difensori spagnoli, un tiro respinto dal portiere e un assist per il compagno, che può segnare da un metro a porta vuota. Poi assist verso Bakambu e magia col destro dell’attaccante, a dire il vero facilitata da un imperfetto piazzamento del portiere croato. Ma se poi egli va alla Juve non si riduce ulteriormente l’appeal di questo campionato? Questo naturalmente può essere esteso a tutti gli ambiti, anche di Gruppo, e incrementare la forza del marchio Juve (ricordiamo che il restyling del marchio, un anno fa, aveva proprio questo significato: incrementarne lo sfruttamento commerciale). • -Sponsorizzazioni: il “reach” che un volto così potrà aggiungere al marchio Juve è sicuramente rilevante, dato il numero di “follower” (stimato in 100 milioni di persone se si vuole limitarsi al mondo social) del personaggio CR7. Confusione totale, decreto legge ad hoc del governo Berlusconi in pieno agosto che di fatto permise alla FIGC di sospendere le retrocessioni in C1 e portare a 24 il numero di squadre della B 2003/04 con conseguenze a cascata, tra cui l’allargamento a 20 squadre della A a partire dalla stagione successiva e il già citato ripescaggio dei viola.

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